Ho il sospetto che mio figlio usi qualche droga. Che cosa fare?
Questi sono i casi in cui ci si accorge quanto è stato, ed è, importante coltivare con la presenza e l’attenzione una positiva relazione con i propri figli. La via migliore per affrontare il problema è infatti la comunicazione, anche se l’esito sarà negativo (segnale che andrà interpretato come necessità di attivarsi in tempo utile e affidandosi a operatori qualificati ed esperti per avere validi consigli).
A questo punto è necessario sedersi insieme ad un tavolo, per parlare con il ragazzo o la ragazza. Bisogna prima di tutto assicurarsi che la conversazione abbia luogo in un momento in cui si è tranquilli e ci sia molto tempo da dedicare a un compito difficile. Di solito i sentimenti dei genitori, in queste occasioni, vanno dalla rabbia al risentimento o al senso di colpa, oppure si ha l’impressione di avere fallito nel proprio compito educativo. Soprattutto in quest’ultimo caso è importante rassicurarsi: ricordare che se molti ragazzi oggi fanno uso di droga, la causa non sta necessariamente nell’inadeguata relazione tra genitori e figli, ma spesso nel fatto che vivono in un ambiente abbondante di offerte così allettanti e strategicamente collocate da chi vende la droga che, anche per i ragazzi più responsabili, è talvolta difficile dire di no.
Conviene quindi mantenere un atteggiamento di fiducia nel fatto che i genitori (lo dicono tutte le ricerche) possono fare un’enorme differenza nella vita dei loro ragazzi: la sincera attenzione del padre e della madre può aiutarli a modificare il loro atteggiamento nei confronti della droga, e a scegliere strade più favorevoli.
Il genitore può iniziare la conversazione dicendo al ragazzo che cosa ha notato di nuovo nel suo comportamento, e come si sente al riguardo. Bisogna essere molto chiari e precisi su quanto si è osservato e su ciò che desta preoccupazione: ad esempio si chiederà spiegazione sugli strani oggetti trovati nei vestiti, sotto la sella del motorino, o nella camera del figlio (bottiglie o lattine vuote, cartine, certi tipi di pipe, ma anche alcuni gadget corredati con immagini di droghe, come t-shirt, cappellini, braccialetti…). Occorre esplicitare ciò che si è percepito di diverso nell’aspetto fisico del ragazzo, nel suo modo di vestirsi o di relazionarsi con gli altri, nel suo andamento scolastico o relativamente ad assenze fatte, ingiustificate o dovute a indisposizione fisica. Molto importante è, poi, evidenziare le differenze rilevate nel modo di comportarsi e di affrontare (o più probabilmente: non affrontare più) gli impegni quotidiani, le attività, i progetti e le aspirazioni precedentemente coltivati. Segnalare al ragazzo che si è notato che frequenta nuovi amici, magari non conosciuti da parte dei genitori e di cui si può parlare per valutare l’approvazione della famiglia.
Benché si tratti di una conversazione che può rendere inquieti, bisognerà condurla tranquillamente, senza nervosismo: non accusare il ragazzo di stupidità o di cattiveria e non fargli pensare di essere motivo di imbarazzo per la famiglia. Ricordare poi che gli adolescenti sono normalmente riservati circa la loro vita: anziché trasformare l’incontro in un atto inquisitorio, cercare di sintonizzarsi col figlio per capire che cosa non va nella sua esistenza. Che cosa sta facendo durante la giornata? E in ciò che fa qualcosa gli provoca preoccupazione o rammarico? Qualcuno di sconosciuto, o gli amici, gli hanno offerto droga a scuola o a una festa? Ha ricevuto sul cellulare un messaggio che lo invitava a incontrare qualcuno nei bagni o nel cortile per fumare uno spinello? Quand’è stata l’ultima volta che ha fatto uso di sostanze o alcol? E’ stato un episodio occasionale, dettato magari dalla curiosità, oppure l’uso è stato intenzionale e dovuto a qualche motivo serio di cui vale la pena parlare?
Avviare una conversazione come questa può essere decisivo: ciò basterà al ragazzo come segnale che i suoi genitori intendono farsi carico con serietà e responsabilità del problema, e che si muoveranno concretamente in suo favore per affrontare insieme il momento difficile.
PROMEMORIA: «Cosa tenere a mente mentre si parla ai figli»
Dire al figlio o alla figlia che li si ama e per questo si è preoccupati del loro possibile uso di alcol o droga;
Dire che si sa che l’uso di droghe può sembrare normale ma che in realtà ha gravi conseguenze;
Far notare che ci si sente molto preoccupati per loro al pensiero che usino droghe;
Evidenziare che si è lì per ascoltarli;
Sottolineare che si vuole essere parte attiva nella ricerca di una soluzione (e ricordare che i genitori giocano davvero una parte chiave in questo);
Chiarire che si intende fare qualcosa per aiutarli da subito.